Diario
di bordo
2023

Diario di bordo, Festival Aosta Città Diffusa 2023

Chi ha già partecipato alle scorse edizioni lo sa, chi no, ha avuto o avrà modo di scoprirlo: Aosta Città Diffusa è un festival di teatro e pensiero urbano che si interroga sul contemporaneo e che ha come obiettivo il farsi strumento per (r)immaginare la città, mettendo al centro i legami (tra le persone e i luoghi), le relazioni e l’arte.

È curato da Creature Montane APS con la collaborazione della compagnia teatrale Palinodie e la direzione artistica di Verdiana Vono e Stefania Tagliaferri.

Il tema della terza edizione è “essere presente”, un concetto complesso, che invita a riflettere e a porsi in maniera critica nei confronti della realtà e di noi stessз. Cosa significa “essere presente”?

La domanda si apre su più fronti: personale; relazionale; in rapporto al territorio e agli spazi che abitiamo; al tempo e alle contingenze storiche che stiamo vivendo ed è in grado di coinvolgere generazioni, provenienze e vissuti diversi. 

Sono una persona presente per le altre? Per le mie amicizie, per le mie relazioni, per la comunità in cui vivo? Il mio corpo, i corpi diversi dal mio, i corpi non umani sono presenti nello spazio? Sono presente a me stessǝ, ai miei desideri, alle mie paure? Mi sento qui e ora nel tempo presente, nel 2023? Sono un presente, un dono, per chi mi circonda, per la terra che abito, per il tempo limitato e finito della mia esistenza?

Queste e altre domande guideranno i nostri passi nei quattro giorni di festival, tra spettacoli, talk, esperienze collettive e cene condivise.

Giovedì 20 luglio 2023, primo giorno

Tettoia ex mercato rionale

Via volontari del Sangue – Area Ramolivaz

Il luogo per inaugurare il festival è una casa aperta: una struttura provvista di tetto e priva di muri. Si tratta della tettoia dell’ex mercato rionale in Via Volontari del Sangue, un posto ormai caro, in cui tutto è cominciato. Il programma del primo giorno è intenso, ma inizia in un’ora accogliente, quella del tramonto, in cui il caldo torrido diventa  meno pesante e i corpi e le menti si lasciano andare a un lento rilassamento che permette ai pensieri di vagare.

ORE 19:00

Apertura Festival e TALK \ Essere Presente

 

Prima di tutto: i saluti e poi, una chiacchierata di luce

Ad inaugurare il festival sono le direttrici artistiche Stefania Tagliaferri e Verdiana Vono che ricordano l’importanza delle relazioni e delle collaborazioni umane. Da segnalare anche una sentita presenza da parte delle autorità: Jean-Pierre Guichardaz, Assessore ai beni e attività culturali, sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta, e Samuele Tedesco, Assessore all’istruzione, alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Aosta, che hanno reso più fertile il momento dei saluti.

Segue il primo TALK, una conversazione tra Verdiana e Cristina Bianchetti, docente del politecnico di Torino, autrice e pensatrice di riferimento per le ricadute culturali in campo architettonico e progettuale. La sua ricerca si focalizza sul rapporto tra corpi e spazio ed è proprio questo il centro del dibattito. 

A emergere dalla conversazione, non sono teorie chiuse e definitive, ma spunti continui di ricerca e riflessione. Cristina Bianchetti, infatti, ci invita a ragionare sul concetto di corpo, che non è unicamente umano (ma anche animale, vegetale, geologico, idrico…), e sulle possibilità che questo può avere. Che cosa può un corpo? Che ruolo ha nel mondo?

Ci fa assaporare la lettura del concetto di corpo come inciampo, come imprevisto che disturba e che crea disordine. Ci presenta il corpo osceno, quello malato, le implicazioni che questa tipologia di corpo porta con sé, il suo essere o non essere presente nello spazio pubblico. Ci ricorda il posizionamento dello sguardo che spesso si impone  dall’ alto, con funzione di potere e di controllo, e si dimentica di essere parte dello spazio stesso.

L’invito finale è quello a essere presenti e di continuare a mantenere vivo l’interrogarsi della presenza dei nostri e degli altri corpi nello spazio che abitiamo.

READING \ Letture Altre

Le vincitrici del contest Letture Altre 2023, ideato da Palinodie e con la collaborazione del Comune di Aosta, ci regalano una lettura ad alta voce di testi da loro selezionati, corredati da immagini e video da loro scelti e curati. Ecco i nomi delle partecipanti e i testi editi scelti:

Anna Bich e Chiara Zoja / Mine vaganti (Ferzan Özpetek Ivan Cotroneo); Clarissa Colazingari e Ariana Mironescu / La fattoria degli animali, 1984 (George Orwell) e War Pigs (Black Sabbath); Gaia Caglianone, Emilie Luboz e Marie Glarey / Le notti bianche (Fëdor Dostoevskij).

Sono testi che scoprono dei nervi che ci fanno scattare, tanta è l’urgenza delle tematiche proposte e tanto aperta la ferita che vanno a toccare. Si parla di esperienze di vita (d’amore, di lavoro, di radici) non capite; di sogni e di solitudini; dei soprusi e delle mancanze della classe politica nei confronti della cittadinanza.

ORE 21:30

PROIEZIONE \ Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto di Riccardo Milani, 2021

 

In collaborazione con Aiace Vda, la serata prosegue con la proiezione di una commedia italiana con Paola Cortellesi e Antonio Albanese che fa ridere, ma fa anche riflettere. Senza rinunciare all’ironia bassa basata sugli stereotipi, è in grado di far ragionare sulle politiche culturali. Punta, infatti, il dito contro i grandi progetti di riqualificazione che non tengono conto delle esigenze delle persone che abitano i luoghi in cui vengono attuati. Il film sembra tenere vivi due interrogativi.

È giusto portare progetti, arte, eventi impiantandoli dall’alto in realtà che non li richiedono? Le persone che non sentono questa esigenza sono consapevoli di poterla accogliere e che la bellezza è un diritto di tuttз? A questo conflitto che sembra insanabile, ciascuno darà la propria risposta. Quello che è certo è che il dialogo, l’ascolto e l’agire per lз altrз al di fuori della logica del profitto e del consumo paiono essere dei buoni strumenti per far incontrare delle realtà che sembrano inconciliabili.

ORE 23:00

PERFORMANCE \ Open House

Open House è la restituzione pubblica del laboratorio Essere Città guidata dall’attrice e formatrice Brixhilda Shqalsi, scelta dalla direzione artistica e dallз partecipanti tramite una call nazionale nel mese di aprile 2023.

La call Essere Città, e tutte le azioni del percorso di formazione, rientrano in una progettazione ideata dalla compagnia teatrale Palinodie e finanziata dal Fondo regionale politiche giovanili. A partecipare a questa fase del progetto Giusy Augello, Elenoire Brunet, Gaia Crecca, Rebecca Cuomo, Guillaume Ferré, Jacopo Gontier, Mariachiara Iozzi, Eleonora Scapillato, Anna Tamborin. 

Dopo la visione del film un suono di tamburello ci invita a seguire delle figure vestite con abiti morbidi e variopinti. Siamo chiamatз a partecipare a un mercato la cui moneta di scambio sono bottoni colorati. Per comprare cosa? Pietre curative o d’aiuto, sacchettini di caramelle che simboleggiano il nostro desiderio (il mio era il tempo) e bende odorate di profumi balsamici. Al termine di questi scambi di doni, i suoni dei tamburelli ci chiamano a spostarci nuovamente e la performance prosegue nel vialetto e nel parco vicino alla tettoia.

Siamo così guidatз da queste figure che ricordano degli spiritelli del bosco in un percorso di scene corali, coreografie e luci arcobaleno che si conclude in una danza gioiosa. Il laboratorio, ispirato allo scritto di Calvino Le città invisibili, indaga e propone il concetto di città sotto molte sfaccettature, seguendo la sensibilità dellз partecipanti. Alla fine, ogni spettatorǝ prende da un albero uno dei tanti cartoncini appesi ai fili che riempiono i rami. Dentro, una mappa di uno dei luoghi preferiti da chi ha seguito il laboratorio e un invito: 

Se vuoi confidarti con una persona cara, passa da via Marché Vaudan ed entra in questo piccolo giardino segreto al confine tra il centro storico e il quartiere Cogne. 

G.

Vai in questo prato e fai un pic-nic con le persone che ti fanno stare bene.

E.

Partecipanti e spettatori e spettatrici si salutano, si sorridono e si abbracciano, ognuno andando per la propria strada. È una notte calda di mezza estate, chi andrà a prendere un gelato, chi a bere qualcosa, chi a provare a trovare conforto tra le lenzuola. Intanto, lз volontariз e le persone amiche della compagnia Palinodie aiutano a smontare i banner, a staccare i volantini, a mettere via le luci. La tettoia dell’ex mercato si svuota lasciando spazio alla notte e ad altri passaggi. A domani. Ma prima, ogni sera, un’invocazione per sognare:

Madre, insegnami a vedere
La luce delle stelle
E i volti degli Antenati
Nei mondi lontani e vicini.
Insegnami ad accogliere
Le visioni che mi appaiono
A vedere la verità nel dettaglio
Ed a chiarire i misteri.
Portami nel Tempo del Sogno,
dove spazio e tempo sono alterati,
affinché io possa condividere queste
visioni Con ogni credo e razza.
Custode di tutte le dimensioni,
io cerco le tue Vie di Medicina
per realizzare le mie Visioni,
vedendo la verità che è in me.

Jamie Sams

Venerdì 21 Luglio 2023, secondo giorno

Chiostro di Sant’Orso, Parking de la Ville

Un nuovo giorno inizia. Mi reco al chiostro di sant’Orso un po’ prima e trovo lì alcunз dellз partecipanti alla performance Essere Città di ieri: sono Jacopo, Giusy e Eleonora,  continueranno la loro esperienza nel festival come volontariз. Scambiamo qualche parola e mi raccontano come è stato per loro il progetto e come hanno lavorato con Brixhilda Shqalsi. Saranno compagnз di viaggio. Dopo aver sistemato le sedie pieghevoli nel giardino del chiostro si può cominciare.

ORE 18:00
Chiostro di Sant’Orso, Via Sant’Orso

PRESENTAZIONE \ La girandola degli insonni – Arianna Cecconi

Il chiostro di Sant’Orso è un posto spirituale e meditativo. Capitelli e fili d’erba che da secoli continuano a osservare i mutamenti delle luci e delle ombre, del giorno e della notte e di tutti i passi che li attraversano. Con Arianna Cecconi, ci troviamo lì,  nel pomeriggio, per parlare dell’altro 50% della nostra esistenza, ovvero del mondo del sogno, della notte e del riposo. Tramite la lettura di alcuni brani del suo ultimo romanzo, La girandola degli insonni, edito per Feltrinelli nel 2023, grazie alla voce di Eleonora Cicconi, le nostre orecchie si stropicciano tra le lenzuola e si rigirano da un lato all’altro sentendo tutti i rumori e le sensazioni che l’insonnia può produrre. Si distendono attente per ascoltare, come nelle comunità andine, i sogni delle altre persone: un rito collettivo e comunitario per passare da una fase all’altra dell’esistenza.

Arianna Cecconi, In dialogo con Stefania Tagliaferri, ci guida attraverso la sua esperienza in un viaggio onirico a occhi aperti, raccontandoci di casi di studio nelle cliniche del sonno; della ventosa Marsiglia; di come gli spazi possano influenzare i sogni; del modo in cui anche la notte, nella nostra società vissuta come momento privato, possa essere vissuta collettivamente. Il suo augurio, per noi, è quello di entrare più in contatto con i nostri sogni. Condividerli, infatti, è non solo un atto narrativo, ma anche politico.

ORE 20:00
Parking de la Ville. Via Primo Maggio

SPETTACOLO \ La scelta
Un progetto di Roger Bernat, drammaturgia Roberto Fratini, con la partecipazione di Francesca Albanese, Silvia Baldini, Josephine Magliozzi e Laura Valli, produzione Qui e Ora

Ci spostiamo nella location del parcheggio multipiano de la Ville, luogo già utilizzato come teatro nella seconda edizione del festival e sede del concorso Letture Altre ogni anno. Cosa ci aspetta? uno spettacolo partecipato, il cui obiettivo è far vivere a chi partecipa il brivido, le gioie e i deliri che solitamente spettano alla direzione artistica di un festival. Come? Tre gruppi, tre schermi lontani in tre punti del parcheggio, tre maschere di sala, tanti cartoncini. Ogni partecipante dovrà a turno leggere ad alta voce i propri foglietti, i quali compongono il copione di una discussione accesa sugli spettacoli presi in visione. Complicato? Sì. Infatti funziona e non funziona: il pubblico è fatto di persone, non di professionisti, e questo può comportare timidezza, difficoltà a capire le regole dello spettacolo, desiderio di non esporsi.  In alcuni dei nostri gruppi il meccanismo porta a un buon risultato, in altri no. Quello che ne dovrebbe uscire è una discussione fatta e finita, con tanto di prese di posizione forti, momenti di emozione, liti accese.

Belle parole, considerazioni interessanti sì, ma non nostre. Sono infatti dei giudizi espressi in precedenza da direzioni artistiche sperimentali under30 e rielaborati da Roberto Fratini e Roger Bernat. L’unica decisione effettiva che prendono lз partecipanti è quella che sceglierà lo spettacolo da portare alla selezione finale, in cui i tre gruppi si riuniranno per un’ultima discussione fittizia con lo stesso meccanismo. La decisione finale porterà a una effettiva scelta artistica? No. Si confronterà il risultato finale con quello scritto in una busta. Nella busta la scelta della vera direzione artistica del festival. Viene da chiedersi alla fine di questo spettacolo: e quindi? C’è stato uno scambio? Non saprei rispondere. La morale sembra essere: il pubblico, se aiutato, può- forse- capire. Ma la direzione artistica resta la direzione artistica. 

Che in realtà questo dispositivo di partecipazione attiva non sia un meccanismo di presa in giro delle politiche di partecipazione attiva da parte di persone che lavorano sulla partecipazione attiva? Un metateatro autoironico?

Risuonano nelle orecchie di chi ha partecipato le ultime domande della discussione plenaria, scritte sui cartoncini bianchi e neri:

Votiamo?

Come votiamo?

Ho fame.

Devo andare in bagno.

Votiamo?

Andiamo a mangiare.

Riuscito o no, l’esperimento è stata comunque un’occasione per stare insieme e occupare diversamente dei luoghi privandoli della loro funzione primaria e ripensandoli e ripopolandoli in maniera artistica e collettiva. 

Poter vivere il parcheggio in una maniera così inconsueta, con in sottofondo il rumore bianco della fabbrica, è un’ esperienza peculiare che chi ha partecipato potrà raccontare suscitando curiosità e desiderio in chi ascolta.

ORE 21:30

Parking de la Ville
Via Primo Maggio

SPETTACOLO \ Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia – di e con Teodoro Bonci del Bene, aiuto regia e drammaturgia Francesca Gabucci, costumi Medina Mekhtieva, prod. Accademia Perduta/Romagna Teatri

Dopo una breve pausa cena e chiacchierata all’ingresso del parcheggio grazie al foodtruck, si torna di corsa al secondo piano, dove ci aspetta Teodoro Bonci Del Bene, con il suo nuovo spettacolo Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia. Il palco è spoglio, c’è unicamente un fondale in cui viene proiettata una nevicata continua. L’ attore è solo, in piedi, vestito di nero- da inverno- tiene in mano un microfono con filo. Quella che racconta è una storia complessa, ricca di altre storie, in un non luogo indefinito che è la Russia, ma anche Mosca, ma anche un paese di provincia sconosciuto, ma anche un grande teatro e poi un piccolo teatro, in cui gli artisti sono allo stesso livello delle persone.

A parlare è lui, Teodoro, che ricorda i suoi anni di studio in Russia, alcuni episodi divertenti, il grande freddo. Ci mostra delle foto che ha scattato nei primi anni Duemila;  ma anche il Giovane Artista che non può tornare a casa, un comico nato in provincia e divenuto poi di grande successo, che con feroce ironia denuncia la condizione di vita dei piccoli paesi e attacca gli uomini politici, rischiando la vita.

Lo spettacolo non segue un filo narrativo unico: sono episodi che si interrompono tra una risata amara e l’altra, lasciando sui volti dellз spettatorз un sorriso ghiacciato, come il freddo che cala tra le parole e la neve che continua a scendere.

In un attraversamento di uno spettacolo, di una notte russa, ma anche della creazione artistica, Teodoro e la drammaturgia sua e di Francesca Gabucci ci invitano a non dare per scontato ciò che può essere detto e a considerare la comicità una vera e propria arma di resistenza.

ORE 23:00

Parking de la Ville

Via Primo Maggio

CONVERSAZIONE \ Essere notte – Arianna Cecconi

Un ultimo incontro per salutare la notte, con l’antropologa e scrittrice Arianna Cecconi. Siamo tuttз in cerchio, è quasi buio, ci illuminano solo le luci della fabbrica accanto, della città in lontananza e le luci rosse e verdi che segnano i posti auto liberi e quelli occupati. A partecipare sono spettatori e spettatrici rimaste dopo lo spettacolo di Teodoro Bonci Del Bene e volti nuovi, richiamati dal desiderio di sapere di più del mondo onirico. Sulle sedie alcuni fogli con materiali raccolti da Arianna Cecconi: sono narrazioni di sogni, ricordi, invocazioni al sonno. Li osserviamo e li leggiamo curiosз e con rispetto. Poi ci raccontiamo i nostri sogni, i luoghi ricorrenti, le nostre paure. La voce di Arianna ci guida calma e ci culla chiarendo alcuni dubbi e guidando il gruppo in un percorso di scoperta. Tra noi, persone che sanno controllare i sogni, altre che sognano la casa dei nonni, altre che soffrono di paralisi notturna. Ci siamo raccontatз senza timore e senza vergogna e abbiamo condiviso quell’essere presente, in una collettività, anche nella notte.

(Catalabiano)

« Bella madre dell’alto mare,
a me in sogno mi dovete avvisare
le porte d’oro e le chiavi d’argento
fatemi venire questo sogno in salvamento»
« Bedda Matri di l’autu mari.
A mia ‘n sonno m’aviti a ‘vvisari
Li porti d’oru, li chiavi d’argentu ;
Fatemi vèniri stu sonnu ‘n sarvamentu »

Sabato 22 Luglio 2023
Arco d’Augusto, Cittadella dei Giovani, Teatro Splendor, terzo giorno

Il primo appuntamento di oggi è al mattino: la passeggiata itinerante Tracce curata dall’associazione La Clé sur la porte per la rassegna La clé de L’été. Con Aosta Città Diffusa, l’associazione condivide uno sguardo comune sulla città. La Clé si definisce ≪Un luogo mentale, ancor prima che fisico, in cui la trasversalità tra discipline può diventare il cardine della condivisione e dell’integrazione≫.

Per questa passeggiata itinerante a guidarci sono Nicole Seris e Nicoletta Obino, le curatrici del progetto. Si parte dall’Arco d’Augusto e si conclude nella Cittadella dei giovani: cinque progetti fotografici diversi che si muovono a partire dal concetto di traccia. Andrea Frazzetta ripercorre il passaggio della via Appia; Mattia Paladini con Solo pietre indaga il rapporto tra paesaggio naturale e artificiale in Valle d’Aosta; Olivier Lovey cerca di caRpire le tracce inquinanti delle centrali nucleari della Germania; Antonio La Grotta va alla ricerca delle discoteche abbandonate in Italia e, infine, Pierpaolo Mittica, con il suo progetto su Chernobyl studia i cambiamenti che il territorio colpito dal disastro nucleare continua ad avere nel tempo.

Piazza Chanoux

ORE 19:00

TALK \ ft. Foire Festival

Creare connessioni è una delle prerogative dell’arte, cosa di cui il nostro tempo ha sempre più bisogno. La direzione artistica di Aosta Città Diffusa fa un attraversamento nel cartellone di Foire Festival per portare la sua esperienza di curatela e presentare il progetto Rumorosi Passaggi. Un luogo centrale, stabile e valorizzato si mette in dialogo con una realtà diffusa che vuole valorizzare anche ciò che c’è ai margini. La piazza e Foire festival sono due centri pulsanti della città di Aosta. Stare lì, in un luogo di passaggio, in un crocevia di tradizione e innovazione, è una fertile occasione per creare nuovi incontri e conoscenze. Qualcuno, infatti, si incuriosisce e decide di seguire i prossimi appuntamenti del festival. Essere presenti è anche affermare la propria presenza in un territorio e tessere nuovi legami.

ORE 20:00

Piazza Arco d’Augusto

PERFORMANCE IN CUFFIA \ Rumorosi Passaggi – Palinodie compagnia teatrale, testo di Verdiana Vono, voci Andrea Cazzato, Eleonora Cicconi, progetto e montaggio Stefania Tagliaferri

I luoghi della passeggiata itinerante di questa mattina fanno da sfondo e accompagnamento alla performance in cuffia di questa sera.

Ci ritroviamo sotto l’Arco d’Augusto e a ogni partecipante vengono fornite delle cuffie. C’è della musica, si può ballare per ingannare l’attesa. Il performer davanti a noi sarà la nostra guida. Si parte. Ripercorriamo le tracce itineranti che i fotografi e le curatrici hanno scelto per noi, ma il racconto che accompagna il nostro sguardo non è didascalico o divulgativo. È una narrazione poetica che attraverso le voci, ci attiva, ci fa rendere partecipi dello spazio, della collettività con cui condividiamo quel particolare momento, delle altre persone che sono di passaggio nella città. Ci invitano a scegliere delle fotografie, a guardarle bene, da vicino o da lontano; a coprirci gli occhi per capire come cambia lo sguardo, a camminare e poi a sederci. E a camminare e guardare ancora.

“Traccia il tuo nome come se lo stessi scrivendo. 

Quando è stata la prima volta che ti ho vista ballare? 

Sai ancora divertirti?

Io mi ricordo che una volta il mio amore l’ho portato in discoteca e nel vedere il mio amore nella penombra di una luce colorata ho saputo che lei sarebbe stata la traccia di questa mia vita.”

La passeggiata termina con una musica da discoteca e tuttз che balliamo con un sorriso.

Essere presenti è anche questo, condividere del tempo, un cammino, condividere dei ricordi lontani semplicemente stando vicinз senza bisogno di esprimerli a voce alta, assumono comunque la forza di un vissuto comune. 

ORE 21:30

Teatro Splendor

Via B. Festaz 82

SPETTACOLO TEATRALE \ Vertigine di Giulietta – compagnia blucinQue, coreografia e regia Caterina Mochi Sismondi, musiche dal vivo Bea Zanin, con Elisa Mutto, Alexandre Duarte, Ivan Ieri, Vladimir Ježić, Lucas Vaca Medina, Simone Menichini, Michelangelo Merlanti.

La serata si conclude in teatro con Vertigine di Giulietta, uno spettacolo che mette insieme teatro, danza e circo e lavora attorno al dramma di Romeo e Giulietta. La trama non è canonica e la narrazione non è continua. La storia shakespeariana non si percepisce per intero, ma è una vibrazione e un canto, dei brandelli di testo, in italiano e in inglese, in parole e in musica.

Ma è soprattutto, vertigine dei  corpi che volteggiano, si lanciano, s’infuocano e si stagliano in alto, in danze che sembrano arrivare a toccare i bordi del mantello della morte. È l’amore, che spinge i corpi all’estremo, a voler provare le sensazioni che un’anima ancorata a terra non può provare. E così la fiamma dell’amore degli amanti volteggia, cresce e spaventa; si abbandonano l’uno all’altra a diversi metri d’altezza, si aggrappano con grazia leggera e rischio, due concetti opposti che se indagati con i corpi creano figure continue, terribili e maestose.

Perché tornare in un teatro in un festival di città diffusa? Si sa, il luogo del teatro è un po’ casa, una zona in cui sentirsi coccolate dalle poltrone rosse e in cui si sa come stare. Bellissimo. Eppure Vertigine di Giulietta non era stato pensato lì dalla direzione artistica del festival, ma in un posto che è ancora un non luogo della città di Aosta: la piazza del cortile della nuova Università. Chissà che impatto vedere Giulietta volteggiare dall’alto con lo sfondo delle montagne, di edifici vecchi e nuovi che si impongono nello sguardo. I tempi in questa edizione 2023 non erano ancora maturi per avere i via libera necessari. Ma resta il desiderio di potersi diffondere anche lì, per mettersi in ascolto e osservare cosa potrà succedere. In questo caso, proviamo il desiderio di essere presenti, un augurio per il futuro.

Anche oggi viene l’ora di salutarsi. Con i volontari decidiamo di fermarci e bere qualcosa insieme. Stare in un festival è anche questo: conoscere altre persone, condividere del tempo insieme, delle passioni e dei desideri per il futuro.

È tardi, domani sarà l’ultimo giorno. Questa notte la invochiamo così:

 

I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

(Alda Merini)

Domenica 24 luglio 2023
Salone Biblioteca comunale Ida Desandré, Orto Sant’Orso, quarto giorno.

ORE 16:30
Salone Biblioteca comunale Ida Desandré, Viale Europa 5

WORKSHOP \ Da che parte batte il cuore umano?

a cura di Eleonora Cicconi. Un percorso teatrale sulla voce che parte dal profondo e affiora in superficie. 

Ci ritroviamo nel salone della biblioteca comunale Ida Desandré con Eleonora Cicconi e siamo qui per lavorare sulle nostre voci. Dopo alcuni esercizi di riscaldamento sdraiati su tappetini da yoga, Eleonora ci propone di lavorare insieme a partire da un estratto da “Sei pezzi meno facili” di R.P. Feynman. Si può spiegare scientificamente a un alieno cosa sono la destra e la sinistra e che la sinistra è dove batte il cuore umano? Noi ci abbiamo provato, e per farlo abbiamo dato corpo alle nostre voci. Grazie alle indicazioni registiche di Eleonora ci siamo divertitз e, più consapevoli dello strumento con cui emettiamo suoni e parole,  siamo statз presenti, insieme. 

ORE 19:30

Orto Sant’Orso

Via Guido Rey, 20

PIC-NIC nell’Orto + La Voce dei territori con Franz Rossi, presentazione festival In-træcci.

Ci stiamo avviando alla fine del festival. Il pic-nic è ormai il rito assodato della condivisione del pane, del piacere e della compagnia. Sui nostri teli al tramonto, circondatз dalle montagne e dalla natura, ci scambiamo frutta, formaggi, leccornie d’ogni tipo adagiandole sulle fette di pane di produzione MicaPan.

Intanto, Stefania Tagliaferri e Verdiana Vono ci introducono alla conclusione della giornata e presentano Franz Rossi, che condivide con noi l’iniziativa del festival In-træcci, con cui Palinodie condivide l’importanza della presenza della cultura nel territorio e che ospiterà lo spettacolo Persino Le montagne più alte durante i giorni di festival.

Il sole sta calando del tutto. È tempo dell’ultimo spettacolo.

ORE 20:30
Orto Sant’Orso
Via Guido Rey, 20

ANTEPRIMA SPETTACOLO \ Molto dolore per nulla – di e con Luisa Borini, progetto sonoro Leo Merati, produzione Atto Due

Luisa Borini entra in scena in maniera rocambolesca, si fa desiderare e ci fa desiderare di sapere di più: vogliamo conoscere la storia della ragazza dall’abito rosso e dagli stivaletti laccati di blu che è dipendente dalle liste. Il microfono dal lungo filo l’accompagna e l’attorciglia per tutta la narrazione.

Il racconto è una storia personale ma che rientra nel vissuto di tantз: è quella di chi ha amato troppo e nell’amare si è persa, dimenticandosi che amore non è dipendenza né controllo. 

L’amore tossico, quello della dipendenza affettiva, è un amore violento, psicologicamente o fisicamente. È l’amore che pensa di essere amore e poi è ossessione, potere sull’altrə, telefonate, strattonate, divieti, sguardi negati, paranoie continue. È una relazione che dopo aver fatto provare grandi brividi di adrenalina e desiderio, inizia a soffocare, a reprimere, e può arrivare anche a uccidere.

Nello spettacolo di Luisa ha più importanza la violenza psicologica di quella fisica. Sa bene mettere in luce come a una storia tossica possano seguirne tante altre, in cui le parti si possono invertire, e come uscire dalla dipendenza affettiva richieda un lungo percorso di lavoro personale. Un’accettazione di ciò che si è vissuto.

Fa piangere lo spettacolo di Luisa? Molto. Ma fa anche ridere, molto. Alla fine ci si sente di aver condiviso con lei, o con la personaggia che interpreta, un pezzo di storia, che è anche la nostra. L’augurio è quello di essere presenti con amore per le altre persone, ma con uno sguardo di cura e non di possesso.

Un abbraccio stretto con gli occhi lucidi e il sorriso è un buon modo per salutarsi.

Pian piano il prato dell’Orto Sant’Orso si svuota, volontariз, amici, artiste, tecnici aiutano a smontare e ad una ad una si spengono le luci colorate del vialetto. Un’altra edizione si è conclusa, la notte ci avvolge assieme al desiderio di festeggiare e salutarci con affetto.

Siamo presenti qui, siamo presenti per lз altrз, siamo presenti per noi.

Buonanotte, alla prossima estate.

Invocazione alla notte:

Notturno

Curva tu suoni
ed il tuo canto è un albero d’argento
nel silenzio oscuro.

Limpido nasce dal tuo labbro – il profilo
delle vette – nel buio – .
Muoiono le tue note
come gocce assorbite dalla terra.

Le nebbie sopra gli abissi
percorse dal vento
sollevano il suono spento
nel cielo.

(Antonia Pozzi)


Diario di bordo a cura di Marta Renda – Foto di Giorgio Prodoti / Stopdown Studio